Calcio o chiacchiere?
di P. Cicconofri
Il fallimento del calcio italiano è globale è va ben oltre l’uscita anticipata dal Mondiale. Il futuro di tre storiche società, ora militanti nel campionato di serie B, è in bilico: Siena, Brescia, Varese e Padova, entro il 18 luglio, giorno in cui si svolgerà il Consiglio Federale che esaminerà le iscrizioni, dovranno regolarizzare la loro posizione. Il rischio potrebbe essere doppio: partire con una penalizzazione o retrocedere nelle categorie inferiori, tanto che è già fissato un nuovo Consiglio Federale a fine luglio per gli eventuali ripescaggi. In Lega Pro la situazione non è migliore. A rischio ci sono il Padova, Pro Patria, Reggina e Grosseto.
E mentre sui notiziari sportivi impazza il toto CT come argomento di distrazione di massa, scopriamo che alla base della decadenza del movimento calcistico italiano, c’è la mancanza di talento delle nuove generazioni, quelle che avrebbero dovuto sostituire i Pirlo e i Buffon ed avviare l’avvicendamento necessario per rimanere paese di riferimento del calcio. Come spesso accade l’opinione pubblica se ne accorge dopo un fallimento, come se la situazione non fosse già abbastanza chiara. Le cause si individuano facilmente: l’Italia è ultima nella classifica dei giocatori formati nei club (i calciatori nella rosa di una squadra che hanno giocato per almeno tre stagioni nel club fra i 15 e i 21 anni). Nella maggior parte dei casi, i calciatori della primavera non sono integrati in prima squadra, ma mandati a crescere nelle provincie, dove finisco per marcire. Una differenza abissale con la cantera del Barcellona ad esempio, o con il settore giovanile dell’Ajax e del Bayern, dove si punta proprio a portare giocatori in prima squadra che si identificano con il club.
Pensate che solo di recente, il presidente del Napoli De Laurentiis, ha dichiarato che vorrebbe: "..in Serie A, la possibilità di utilizzare i calciatori extracomunitari senza vincoli, nè tetti….” e di “ concedere a chiunque la possibilità di andare a comprare all'estero anche extracomunitar…”. Con visioni diametralmente opposte tra club e Federazione sarà impossibile fare passai avanti in tal senso, ma aumenteranno sicuramente le contestazioni sulla linea da seguire. Il solito chiacchiericcio che blocca concretamente ogni possibilità di crescita, nascondendo l’incapacità di saper gestire i vivai, dove serve competenza, lungimiranza ed investimenti, non certamente solo una buona dialettica.
Ricordare poi i problemi legati all’impiantistica e alla violenza e il conseguente danno di immagine, dopo quanto successo nella finale di Coppa Italia a Roma, è fin troppo facile. Qualcosa deve necessariamente cambiare (da quanto tempo lo auspichiamo?), magari iniziando ad esaminare i problemi seri, senza perdere tempo dietro alla barzelletta della discriminazione territoriale applicabile solo a chi fa cori contro Napoli. Ad un mese dall’inizio del campionato siamo in alto mare; esiste solo una bozza d’intesa che prevede il Daspo di gruppo, l’inasprimento di tempi del divieto da stadio per chi è recidivo, ma anche una stretta sulle trasferte con una centralizzazione delle scelte: l’Osservatorio potrà dire la sua, ma toccherà al Ministro e al Viceministro prendere le decisioni coprendole politicamente. Alfano assicura che saranno pronti per l’inizio del campionato, ma prima deve arrivare l’approvazione del Governo e con molta probabilità la nuova stagione inizierà senza norme ad hoc malgrado le promesse. Ve la immaginate un’altra stagione con le multe comminate secondo la percezione degli ispettori federali inviati allo stadio?
E Mentre Abete ha iniziato il tiro al piccione addossando colpe a destra e a manca, l’etico Prandelli, dopo le polemiche seguite al suo ingaggio azzurro, firmerà per il Galatasaray. Il club russo ha messo sul piatto un contratto da 4,5 milioni più bonus in 3 anni: quale migliore stimolo per iniziare una nuova avventura?
Il finto rinnovamento della Figc inizia a prendere forma con la campagna elettorale che vedrebbe due schieramenti: i pro Tavecchio in odore di continuità e quelli contro che vorrebbero proporre una scelta alternativa con un candidato ideale. Galliani, Lotito, Cairo, Preziosi, da vecchie volpi, non hanno perso tempo e si sono ritrovati, nei giorni scorsi, per un maxi-vertice in Versilia: nei loro pensieri Tavecchio e Allegri come prossimo CT.
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