Allegri e Mancini tra i papabili per la panca
Viene giù il palazzo, anche Abete a casa
Ora chi sceglie l’erede di Cesare?
Tabula rasa. Dai vertici federali fino al
commissario tecnico, la Figc è in totale rivoluzione.
Perché le prime dimissioni creano un
effetto domino su tutta la federazione, praticamente
decapitata dopo il ko contro l'Uruguay.
A buttare giù le prime tessere del domino è
stato Abete. Al secondo flopMondiale consecutivo,
dopo avermandato via pure Donadoni,
il presidente al ritorno in Italia lascerà la
guida di una federazione che ha guidato per
poco più di sette anni.Con la sua, cade anche
la testadiDemetrioAlbertini, che aveva inrealtà
già annunciato l'addio («Sarò ai Mondiali
del Brasile come capo-delegazione della Nazionale,
poi lascerò ogni incarico», avevadetto
Amaggio),probabilmente quelle deldgAntonello
Valentini e pure quellA di Arrigo Sacchi,
dal 2010 coordinatore del Settore Giovanile
che però potrebbe accettare (come Albertini)
la corte delMilan. Dimissioni che porteranno
inevitabili faide di potere interne, anche perché
il ruolomollato da Abete è tutt’altro che di
scarsa importanza. Ci sarà ovviamente da decidere
ilnuovo commissario tecnico, cosa che
potrebbe venire discussa già nel prossimo
Consiglio federale, che sarà convocato «tra venerdì
e lunedì», come confermato dallo stesso
Abete. Intanto però inomiper lapanchina iniziano
già ad essere tanti.
Sono due i primi sulla lista: in vantaggio
Massimiliano Allegri, ex tecnico
delMilan il cui contratto con i rossoneri
scade fra meno di una settimana,
il 30 giugno. Tempistica perfetta
per consegnare inmano lanazionale a
un allenatore che potrebbe proseguire il lavoro
svolto da Prandelli dalpunto di vista tattico.
In più l’ingaggio del livornese è assolutamente
alla portata: aMilano guadagnava
circa 2,5milioni annui,ma per
l’Italia potrebbe accontentarsi anche di
meno. L’altro grande favorito è Roberto
Mancini, per il quale però l’aspetto economico
potrebbe giocare un ruolo importante
in negativo. L’ex tecnico del City infatti
ha da poco lasciato il Galatasaray, dove percepiva
intorno ai 4milionidi euro. Più indietro
Spalletti, ancora legato allo Zenit, e Zaccheroni,
che paga il pessimo Mondiale alla
guida del Giappone. Ci sono anche un paio
di suggestioni, su tutte quella di Antonio
Conte: il leccese non ha ancora rinnovato
con la Juve, anche se pare difficile che ibianconeri
lascino andare il proprio tecnico poche
settimane prima dell’inizio ufficiale della
stagione. Ma l’ipotesi «scambio», con
Prandelli alla Juve e Conte in Nazionale, non
è così campata per aria.
Libero