La Figc tutela solo chi vuole
di P. Cicconofri
Mentre sfogliavo il “Il Fatto Quoidiano” del 21 maggio 2014, attira la mia attenzione un articolo a firma di Elisabetta Ambrosi dal titolo: “Il Romanzo che non piace a mister Cesare Prandelli. La Figc diffida l’editore chiare lettere dal pubblicare ‘per favore non dite niente’ di Marco Ciriello, liberamente ispirato alla biografia del CT della nazionale”.
Una lettera dello studio Gallavotti Bernardini&Partners viene recapita, a nome della Figc e di Cesare Prandelli , all’autore del libro Lorenzo Fazio (editore di Chiarelettere), per intimare possibili azioni volte al ritiro dal mercato dello scritto o risarcimento del danno “qualora il libro fosse lesivo del nome o della reputazione del Signor Prandelli”. L’autore precisa che del nome di Prandelli e della Figc nel libro non c’è traccia. Puntualizza inoltre che il testo è stato inviato a febbraio all’allenatore Prandelli affinché potesse leggerlo e che l’ufficio stampa ha provato a contattarlo senza mai ottenere risposta. Insomma, non è una biografia non autorizzata, anche perché il protagonista del libro “è persino migliore di quello reale, tanto che il mio allenatore avrebbe di sicuro, ad esempio, rinunciato a Chiellini ai Mondiali”.
Perché allora utilizzano in modo esplicito il nome di Prandelli? (il libro sarà presentato con una fascetta con l’immagine del CT ed un’altra sua immagine sarà presente nella quarta copertina) “perché Prandelli ne viene fuori come un uomo che, in un mondo come quello del calcio, riesce a prendersi cura dei propri sentimenti”, la giustificazione ufficiale.
A parte il fatto che usare il nome di Prandelli, proprio nell’imminenza dei mondiali brasiliani, sembra quasi una bella trovata pubblicitaria acchiappa lettori e che presentarsi come “vittima” di un’ingiustizia, magari fa guadagnare in visibilità … Tralasciando questi aspetti molto commerciali e poco etici, vorrei fare alcune considerazioni.
La prima su Chiellini che sembra sia il solo, per la quasi totalità della critica, non degno di indossare la maglia azzurra per la spedizione in Brasile. E’ evidente che c’è qualcosa che non va in tutto questo accanimento, anche perché non si capisce come mai dovrebbero esserne degni, se si parte dall’assunto di un comportamento scorretto, Destro, De Rossi, Balotelli… Se poi c’è da rivendicare qualche simpatia sportiva è un altro fatto…
Se c’è un’immagine da tutelare, a questo punto, è proprio quella di Chiellini. Che qualcuno si attivi!
Non vi sembra poi strano che la FIGC si muova attraverso il suo studio legale per contestare quello che alla fine è un romanzo, che, da quanto afferma l’autore si ispira in modo positivo all’allenatore azzurro?
Ma solo io ricordo il fango che hanno buttato addosso a quella nazionale che nel 2006, proprio alla vigilia del mondiale, mentre si apprestava a partire per la Germania ritornando con la conquista della coppa,ne fu travolta? Non erano “forse lesivi” all’immagine dei giocatori e dell’allenatore certi giudizi figli del sentimento popolare?
E’ uno strano modo di tutelare la nazionale e chi la rappresenta. Sembra quasi una scelta volta a salvaguardare solo l’immagine di alcuni tesserati a danno di altri, poi magari qualcuno continua a parlarci di scelte etiche…
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