La Gazzetta di parte
Se qualcuno avesse ancora bisogno di qualche esempio per capire cosa significa “stampa di parte”, gli basterà leggere la Gazzetta dello Sport di oggi per chiarire ogni dubbio.
La metà del giornale (fino a pagina 7) non parla d'altro che del rigore non dato al Torino tra recriminazioni varie, finendo per dare centralità anche ai commenti dei tifosi giallorossi.
Già dalla prima pagina le carte sono in tavola: “Capolista con polemiche. I campioni in carica battono i granata tra le proteste”. Ed appena sotto: “ Il Torino di lamenta per un fallo in area di Pirlo su El Kaddouri. Il penality ci stava. Lo ammette anche Conte. Giallorossi al veleno: “Juve sempre aiutata”.
Scorriamo in seconda pagina, titolone: “La Juve avanza col tocco in più. Tevez decide il derby ma il Torino protesta per un rigore non dato. I bianconeri sono affaticati ma comunque colpiscono e gestiscono il vantaggio. Finale granata, non punito il fallo in area su El Kaddouri".
Arriviamo a pagina 3, spazio alla moviola: ” Rizzoli sbaglia su El Kaddouri Vidal rischia 2 volte il rosso”.
A pagina 5 la polemica si sposta sugli striscioni: “Il brutto del derby. Tifosi bianconeri mostrano scritte su Superga”. “Nel mezzo del derby spuntano tre mini striscioni, grandezza lenzuolo, con l’ennesima scritta deprecabile: «Quando volo penso al Toro», ed a fianco, meno allusivo e più diretto, «Solo uno schianto». Se ci fosse qualche dubbio al riferimento alla tragedia di Superga del Grande Torino un disegno con una collina ed un aereo dipinto fanno da cornice.”
Non poteva mancare il sermone di Zapelloni: “..Quello che non riusciremo mai a capire è come gli stessi tifosi che soffrono sulla loro pelle i cori malati che ricordano l’Heysel e i suoi morti, possano concepire striscioni come questi per ricordare la più grande tragedia dello sport italiano…”.
Nella stessa pagina: “Conte ammette: «Il rigore ci stava». Ventura: «Sgambetto evidente». El Kaddouri: «Per l’arbitro mi sono tuffato. Così sarò pure squalificato». Ed ancora evidenza alle dichiarazioni di Ventura al centro della pagina: “Come arbitri, con la Juve siamo sfortunati... ”.
A pagina 7 ancora polemica, questa volta spazio ad un articolo di Massimo Cecchini dal titolo: “E a Roma è polemica «Juve sempre aiutata». Gli episodi nel derby di Torino non sono piaciuti a club e tifosi”. Alcuni passaggi del pezzo con il leit motiv “il web giallorosso si è scatenato”. “Tutto torna nel calderone delle polemiche: Moggiopoli, il doping, persino gli indegni striscioni sui morti di Superga…. non sono pochi i calciatori a sintetizzare così la loro domenica: le cose nel calcio italiano non cambiano mai.” E l’auspicio finale:”.. il calo non è impossibile, perché i bianconeri giovedì saranno impegnati in Europa League e domenica giocheranno a San Siro con il Milan”. Per non perdere il filo, le ultime parole del bellissimo pezzo sono queste: “E se Rizzoli avesse fischiato quel rigore... ”.
Hanno superato se stessi. C’è di tutto in questo numero della Gazzetta, tutto quello che da anni accompagnano al mondo juventino in negativo. Le polemiche sollevate dopo ogni vittoria con il reiterato uso dei titoloni per meglio imprimere il concetto. Ed ancora le contestazioni legate agli striscioni, da condannare, che condanniamo noi per primi per quanto sono stupidi ed inutili, ma che ci permette ancora una volta di domandarci: perché non condannano mostrando lo stesso sdegno e dando la stessa visibilità quelli sulla tragedia dell’ Heysel?
Soprattutto, perché ancora una volta si da spazio alle polemiche giallorosse fingendo che la Roma non ha mai avuto un favore arbitrale nel corso di questo campionato? E possiamo anche ritenerci fortunati: ci siamo risparmiati il solito richiamo a “er sistema” di De Sanctis….
Si dice che c’è un limite a tutto, ma siamo sempre costretti a spostare l’asticella verso il basso. Purtroppo il tifo italiano si nutre di questo calcio fatto soltanto di insinuazioni e chiacchiere da bar. Aspettarsi un cambiamento nella cultura sportiva, quando ogni giorno viene reiterato lo stesso errore, è impossibile. Il primo grazie va rivolto a chi pur potendo invertire la rotta con un’informazione educativa e rispettosa del nostro calcio, preferisce ancora schierarsi come un tifoso.