Vorrei la pelle nera
di E. Loffredo
Eppure il solco delle critiche al ragazzo è stato percorso anche da un altro ragazzotto di colore che va molto forte quando gira intorno al rettangolo verde. «E' un grande calciatore, forse un po' troppo aggressivo per i miei gusti... Mi è capitato di incontrarlo un paio di volte e non mi è stato molto simpatico». Eccola qui la critica alla persona per i suoi atteggiamenti e non per il colore della pelle.
Usain non può certo essere accusato di razzismo, ha semplicemente espresso la sua opinione: non ritiene "la mela marcia" (cit.) un modello da imitare. E chissà quanti italiani di seconda generazione vorrebbero farsi rappresentare da uno come il nostro, che via twitter risponde (prima della ricomposizione degli agenti): «Conosci le persone prima di giudicarle. Non è bello quello che tu hai detto su di me». Un personaggio pubblico però lo si giudica da quello che fa risaltare di sé.
Quale opinione avere di chi per gioco lancia freccette ai ragazzini, manda a fuoco una casa per l'irresponsabile uso di fuochi d'artificio, spaccia per scherzo o non si assume la responsabilità (e la gioia) affettiva della paternità? Non certo alta.
Bolt è fortunato a potersi esprimere senza il pregiudizio di essere bianco. Anche io vorrei, «ma non c'è niente da fare, non ci riuscirò mai, e penso che sia soltanto per il mio color che non va. Ecco perché io vorrei, vorrei la pelle nera».
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